Caro lettore, questa pillola riguarda qualcosa che mi piace molto, per tutto ciò che implica, per tutto ciò che lo circonda e per tutto ciò che realizza, oggi ti presento: la meditazione.
Come sempre si parte dalla definizione, ma in questo caso ne serviranno due e non solo una per poterla descrivere.
Osho la definisce così: “Se accendete una lampada e rimuovete tutti gli oggetti che la circondano, la lampada continuerà a fare luce. Allo stesso modo, se rimuovete tutti gli oggetti dalla vostra coscienza, tutti i pensieri, tutta l’immaginazione, cosa succederà? Rimarrà solo la coscienza. Questo stato puro di coscienza è la meditazione. Non si medita su qualcuno. La meditazione è uno stato in cui rimane solo la coscienza.
Quando solo la coscienza rimane senza alcun oggetto, questo stato è chiamato meditazione”.
Daniel Goleman, noto per il suo lavoro sull’intelligenza emotiva, parla della meditazione nel suo libro “Focus: The Hidden Driver of Excellence”. In questo contesto, Goleman definisce la meditazione come la pratica di allenare la mente a concentrarsi e a coltivare la consapevolezza. Egli sottolinea come la meditazione possa migliorare la capacità di concentrazione e promuovere la chiarezza mentale in vari aspetti della vita.
Ma qual è l’origine principale della meditazione?
Ci sono varie teorie in merito, ma vale la pena notare che tutte coincidono nel buddismo e nell’induismo.
- Buddismo; praticato per sviluppare la consapevolezza e la libertà dalla sofferenza. È la parte fondamentale del cammino verso l’illuminazione.
- Induismo: praticato con l’intento di raggiungere l’unione con il divino e di trascendere la realtà materiale.
Ma non credeteci, la meditazione si è sviluppata molto negli ultimi anni e in effetti esistono diversi tipi di meditazione tra cui possiamo trovare:
- Vipassana
- Trascendentale
- Zen/zazen
- Chakra
- Amare i bambini/ amor
- Benevolenza/ metta
- mantra
- kundalini
- guidato
- a piedi
- tonglen
E come ormai sapete, mi piace dare un tocco scientifico a tutte le mie pillole (perché una può essere sistemica, ma prima di tutto si tratta di salute generale), quindi mi interessava spiegare cosa succede nel nostro cervello quando meditiamo? La risposta a questa domanda molto complessa si trova nelle neuroscienze della meditazione, che si occupano di studiare l’influenza della meditazione sull’attività cerebrale e sulla connessione neuronale.
E tra tutti gli articoli scientifici che ho trovato sull’argomento, quello che fa più luce è senza dubbio la Ricerca sulla mindfulness nelle neuroscienze cognitive di Gustavo Diez e Nazaret Castellanos. In questo articolo troviamo 3 miglioramenti principali dopo aver meditato per 3 settimane:
- La corteccia prefrontale dorsolaterale si rafforza. Ciò supporta il processo cognitivo dell’attenzione e tutti i compiti che coinvolgono quest’area cerebrale, come le abilità cognitive dirette agli obiettivi, il comportamento, le abilità intellettuali, ecc.
- La corteccia cingolata anteriore cresce e subisce anche cambiamenti funzionali e strutturali, con conseguente aumento dell’attività dell’area, che aumenta la concentrazione dell’attenzione di fronte a distrazioni, letargia e sensazioni.
- La rete fronto-limbica si rafforza, l’attività dell’amigdala diminuisce e la connessione tra i due migliora. Ciò si traduce in un maggiore controllo emotivo e in un miglioramento dei sintomi psicologici.
Perché è interessante praticare la meditazione e quali sono i suoi principali benefici?
- Rafforza la memoria
- Migliora la concentrazione e l’attenzione
- Riduce lo stress
- Riduce l’ansia e la depressione
- Miglioramento del sonno
- Aumento del benessere emotivo
In conclusione. In un mondo in cui siamo saturi di stimoli, educare il nostro cervello e allenare la nostra attenzione diventa una necessità per prenderci cura della nostra salute mentale.
Ricordate il mantra di questa pillola:
“Togliete la spazzatura dalla vostra mente. La spazzatura è qualsiasi pensiero che vi distrae da ciò che conta davvero: essere pienamente presenti in questo momento, qui e ora”.